Come i musei possono usare la realtà aumentata nel percorso di visita

AR nei musei

La realtà aumentata è un arricchimento delle informazioni che hanno i nostri sensi, con dati digitali aggiuntivi. Quindi è una tecnologia per sovrapporre immagini, testo o suoni sopra a ciò che già si vede

Di cosa parlo in concreto? Per capirci, una delle applicazioni di realtà aumentata divenuta famosa è Pokémon Go, il gioco per smartphone, dove si possono catturare i Pokémon nascosti nella realtà di tutti i giorni.

Intanto distinguiamo tra AR e VR. Qual è la differenza tra realtà aumentata e realtà virtuale?

La realtà virtuale offre un’immersione totale in una realtà diversa, alternativa e richiede un supporto tecnologico (visori, caschi, controller, ecc.) molto più complesso di uno smartphone. L’utente tende a disorientarsi nel tempo e nello spazio.

La realtà aumentata aggiunge “cose” al mondo reale, è come un sesto/settimo senso, con una fruizione più semplificata ed è per questo, a mio avviso, una tecnologia più matura per un uso diffuso nei musei. Ci sono infatti molte indicazioni per usare la realtà aumentata nei musei, rendendo il pubblico protagonista, ma al centro del racconto.

Il racconto museale, secondo me, è il punto nettamente a favore della realtà aumentata, in quanto il visitatore continua ad essere presente a se stesso e “rimane nel museo“, non perde il contatto con la storia che sta vivendo.

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